Pegarun
Il successo dell’UTLO continuerà ancora!
Una splendida giornata, niente di meglio si poteva chiedere al meteo per questa nuova edizione dell'Ultra Trail del Lago d'Orta di sabato 18 ottobre che quest'anno parte ed arriva ad Omegna, non più a Pogno.
Non sono ancora le 8 e sto traghettando da Laveno a Intra per poi raggiungere velocemente la cittadina cusiana, il cielo è limpido, lievi sono le strisce di vapore accumulate nell'aeree e all'orizzonte si vedono chiaramente i 4000 emergere sopra le numerose catene montuose del VCO, il Monte Rosa, e i 4000 svizzeri del Vallese: Weissmiess, Lagginhorn e Mitschabell, penso a chi ha già cominciato a correre sui rilievi intorno a Omegna dalle 5 e si è goduto l'alba in altura, penso a ciò che mi aspetta e non sto più nella pelle.
Purtroppo non arrivo da una facile settimana con sintomi influenzali che bussano da quattro giorni senza manifestarsi e sfogarsi, non so cosa potrò combinare di buono ma devo solo divertirmi, soprattutto per onorare l'enorme impegno dei ragazzi dell'ASD Trail Running che da mesi stanno organizzando.
I parcheggi sono pieni ad Omegna, si calcolano più di 1000 partecipanti tra ultratrail da 87km, trail da 55, minitrail da 30 e 15 e nordic walking: è già un successo collegato alle positive edizioni precedenti e all'ottima pubblicità, nonché alla simpatia e affidabilità dei responsabili Julia e Vincenzo.
Saluto alcuni amici che stanno per partire nella 55km alle 9, ritiro il pacco gara e pettorale e arriva il mio momento, sono le 10 e il sole si è levato sopra il Mottarone facendo capire che sarà una giornata molto calda; si parte e dopo 5m si inizia una salita che porterà nella frazione Cireggio in cui si abbandonerà l'asfalto.
Tutti in fila indiana si sale sulla ripida e stretta mulattiera che porta al santuario del Fontegno, senza sosta si attraversa Quarna con un apprezzato complesso musicale che si ode anche in seguito dall'alto, poi un breve tratto boschivo fino dove la vegetazione finisce e tra le rade betulle è stata recuperata la traccia che porta alla vetta del Monte Mazzoccone 1424m dopo 7,5km e 1200m di dislivello, ci aspettano alcuni volontari e fotografi ma soprattutto un panorama da favola.
Siamo nella punta Nord del Lago, lo dominiamo, non si capisce se siano più caldi i raggi del sole che arrivano dall'alto o i riflessi che arrivano dal lago 1200m sotto, guardando a Nord la Valle Strona incassata tra le ravvicinate catene montuose che la separano a Est dall'Ossola e a Ovest dalla Valsesia, a dominare la scena ancora loro, la Weissmiess e il Lagginhorn piramidi innevate alte 4000m: vale la pena rifiatare 2minuti.
Una breve discesa porta al primo ristoro ufficiale all'alpe Camasca, il secondo sarà ad Alpe Sacchi, due località dove nella grande guerra nacquero le prime rivolte partigiane dirette dal capitan Beltrami a cui è stato intitolato un sentiero, poi il cuore dei conflitti si spostò poco più a Nord in quello che ora è il Parco Nazionale della Val Grande; giusto citare perchè presi dall'entusiasmo del panorama e dall'adrenalina di gara non ci si accorge che vicino al ristoro c'è il monumento dei caduti con la bellissima cappelletta.
Si sale ancora lievemente prima fino alla faggeta di Col di Stobj poi ripido e si raggiunge il punto più alto della gara i 1640m del Monte Croce, siamo ancora in fila indiana mischiati con chi corre la 55km ed è già in difficoltà, in vetta sono solo al km12 ma l'85% del dislivello positivo è alle spalle, o meglio sulle gambe, ho tempo di ammirare sua maestà il monte Rosa che domina la mia seconda terra, la Valsesia ma si sta nascondendo dietro le nuvole come vuole nelle giornate calde.
Riparto, e appena iniziata la discesa sento pantaloni e calze bagnate, inizialmente penso sia dovuto al cambio di posizione e alla grande quantità di liquidi emessi dai pori della pelle, poi entro in crisi per via delle condizioni dell'ultima settimana e del caldo, arriva qualche crampo, non sono ancora a metà percorso e mi preoccupo; ora non posso più tornare a fare la 15km, devo proseguire per godermi ciò che mi aspetta.
Cerco di bere ma scopro che la sfortuna si è presa gioco di me per la seconda volta: la sacca del camel back è vuota, si è creato un taglio e i liquidi avvertiti prima erano la mia riserva idrica, ringrazio una concorrente svizzera che mi ha prestato soccorso e a fatica raggiungo il ristoro di Alpe Sacchi dove cerco di mangiare tutto il salato possibile compreso il minetrone.
5minuti li spendo qui dove trovo un compagno di team ritiratosi dalla 55km poi dopo essermi rifocillato riparto per poco più 1 km su strada gippabile, poi ci si divide dai percorsi più lunghi che salgono al monte Novesso e si prende il sentiero che scende ai Laghi di Nonio, l'unica parte a me sconosciuta.
In questa discesa a tratti ripida quanto le salite affrontate, scopro dei paesaggi bellissimi, stradine e sentieri che conducono ad alpeggi completamente immersi nella faggeta, il mio ambiente preferito per l'atmosfera che crea non facendo crescere il sottobosco per i suoi rami fitti e per i colori che regala in questa situazione.
Rimango solo a questo punto perchè in discesa non son più capace di correre da qualche anno, la paura di nuovi infortuni al ginocchio vince sempre, per questo adoro i trail e il loro spirito.
Nonostante ciò non c'è pericolo di sbagliare strada, ogni 30m circa una fettuccia rossa è appesa a un ramo, a un albero o un sasso, non mancano anche le frecce con spray arancio sul terreno o sugli alberi, poi da dietro mi raggiunge qualcuno che però non riesce a superarmi.
Mi superano solo Stefan il fenomeno tedesco dal nome impronunciabile che con scioltezza vincerà la 87km con 1h45 di vantaggio sul secondo e Michele Fantoli che vincerà la 55km, uno prima e l'altro dopo l'ultimo ristoro posto ai laghi artificiali di Nonio.
L'ultima parte di discesa prevede l'attraversamento in verticale verso il basso dell'abitato di Brolo dove i volontari ci incitano mancando circa 3km, e una volta raggiunta la sponda del lago si prosegue sul Sentiero Azzurro che circonda il lago fino alle prime abitazioni di Omegna dove si prosegue sul lungolago incitati dal numeroso pubblico e dai concorrenti già arrivati.
Lo speaker Ivo Casorati questa volta mi riconosce senza assegnarmi nessun podio conquistato in passato ma solo il fatto di aver passato 5h e rotti in questo paradiso è la più grande vittoria, subito dopo di me arrivano le prime due donne della 55km rispettivamente 2 e 4 assoluta per rendere conto del loro livello, una inglese Emily Collinge trapiantata in Svizzera e l'altra Verbanese, Manuela Brizio per la quale non servono descrizioni.
Per le classifiche rimando ad altri articoli, la mia posizione non l'ho cercata, scoprirò poi di essere arrivato 195°, dopo il traguardo mi aspettavano un bel bagno rinfrescante nelle acque ancora tiepide del lago per evitare una possibile coda alle docce, e il pasta party dove ho tirato sera chiacchierando con tanti amici che non vedevo da tempo.
Nel frattempo arriva il tramonto, gli arrivi continueranno fino a notte inoltrata ma il successo dell'UTLO continuerà a lungo, almeno fino alla prossima edizione.
Davide Passeri
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